Il volume contiene
due testi: il primo è la tesi di dottorato di Camus, del 1936, ove il
termine "metafisica cristiana" è comprensibile come presa di
posizione nella querelle Bréhier-Gilson del 1931 sull'esistenza
o meno di una filosofia cristiana; la seconda, dal titolo Metafisica della
rivolta, è un commento capitolo per capitolo alla tesi precedente,
in cui l'A. mostra che la prima, o la riflessione sul nesso tra cristianesimo
e pensiero greco, è il punto di partenza e la seconda è il punto
di arrivo dell'itinerario di Camus.
La tesi è articolata in quattro capitoli. Da una parte sta il cristianesimo
evangelico, dall'altra il pensiero greco, identificato alla gnosi e al neoplatonismo.
La gnosi stessa è presentata come una riflessione greca sul cristianesimo
e un tentativo greco fallito di conciliare le differenze tra i due, mito e storia,
verità eterna e salvezza in una episteme suprema; il neoplatonismo si
riduce a Plotino letto seguendo l'interpretazione di p. Arnou del 1921, come
"la ragione mistica", come noesi o esercizio del desiderio di sapere
che si sviluppa nel pensare il principio e il fine dell'uomo nel cosmo e si
compie nell'evento dell'unione estatica con l'Uno; infine Agostino che cristianizza
l'ellenismo, e offre la metafisica cristiana.
Nel suo studio l'A. riprende capitolo per capitolo la tesi, cercando continuità
e cesure tra questa opera prima e le sue parti e il successivo sviluppo deI
pensiero di Camus. La tesi ha un precedente nella delusione di Camus provocata
da Bergson con la nota opera su morale e religione. Egli scrive: "L'apologia
dell'intuizione", per cui il bergsonismo avrebbe potuto svolgere "il
ruolo di religione del secolo", non è riuscita ad essere simile
a "un Vangelo forgiato dall'intuizione", "come una verità
rivelata". Bergson sarebbe ricaduto dall'apologia dell'intuizione contro
"la ragione", nella ricerca della mediazione o conciliazione tra le
due, tra un analogon della rivelazione e fede e la ragione di ascendenza
greca. Altre letture si aggiungono: Gide, ma anche e soprattutto Nietzsche,
Baudelaire; si configura così il problema di fondo di Camus, o, meglio,
l'inquietudine circa il senso dell'esistenza umana terrestre, ma segnata dal
male e dalla morte. Camus rileva le opposizioni inconciliabili tra cristianesimo
evangelico e pensiero greco: l'Incarnazione di Dio come kenosis, o il
divenire carne o sarx, terra e cenere maledetta da Dio, il Cristo crocifisso
che muore di una morte che non è né fato né destino, ma
viene liberamente accettata e vissuta in solitudine; la resurrezione della carne
e la liberazione dal male per grazia. Tutto ciò divide il cristianesimo
dal pensiero greco.
Agostino opera la cristianizzazione dei pensiero greco; egli lo assume, ma lo
trasfigura. Nell'abisso dei Verbo incarnato la carne si unisce al verbo dell'intelligenza;
l'onnipotenza divina riconcilia libertà e grazia. Nelle opere posteriori
scompare lentamente, ad una ad una, la traccia di queste metafisiche; del cristianesimo
evangelico Camus mantiene l'eredità della sarx, dell'esistenza
umana come terra e cenere, ma non il suo inserimento in una impresa divina di
incarnazione che l'assume e la conferma nella sua realtà, ma anche ne
offre una implausibile soluzione, la grazia. La rivolta contro Dio si esplicita
nella critica della soluzione agostiniana, ammirata ma anche denunciata per
la sua ambiguità. L'onnipotenza divina come garanzia che la grazia non
annulli la libertà, o che la morte non azzeri ogni possibilità
di senso dell'esistenza umana, è una soluzione teoreticamente inaccettabile.
Camus evolve verso l'assurdo, il non senso dell'esistenza umana carnale. La
rivolta contro Dio ha il suo risvolto in una fedeltà a se stessi: "la
creatura è la mia patria". L'esistere è fatica di Sisifo,
un vivere lucidamente e a tratti liricamente il non senso, cioè la propria
libertà; una libertà che è irresponsabile dei non senso
dell'esistenza stessa, e una felicità che, a modo suo, è anch'essa
senza ragione. Qui sta il nucleo essenziale ultimo del pensiero e dell'opera
di Camus. E tuttavia il Cristo crocifisso, fatto e non simbolo, ritorna.
L'interpretazione puntuale della evoluzione dei pensiero di Camus e delle sue
tappe è ben documentata e pone in evidenza l'originalità della
sua posizione filosofica.
(G. Pirola)