Il senso dell'
assurdo che diventa uno sconfinato amore per la vita
di CristinaTaglietti
"Amo la vita e la luce, ma è anche vero che il tragico dell' esistenza
ossessiona l' uomo e che il più profondo silenzio resta ad essa legato.
Mi rifiuto di scegliere fra questo rovescio e questo dritto del mondo e di me
stesso. Se vedete un sorriso sulle labbra disperate di un uomo, come separare
questo da quello?". Così scrive in un taccuino del 1935 un ventiduenne
di nome Albert Camus anticipando temi che poi svilupperà nelle opere
successive, da Lo straniero a L' uomo in rivolta a Il mito di Sisifo. Temi che
si possono ritrovare accennati, in una declinazione filosofica, nella tesi con
cui lo scrittore conseguì, nel 1936 ad Algeri, il diploma di studi superiori
di filosofia. Intitolata Metafisica cristiana e neoplatonismo la tesi viene
pubblicata per la prima volta in italiano dall' editore Diabasis, a cura di
Lorenzo Chiuchiù. Diviso in quattro parti, lo studio ripercorre, dal
punto di vista storico e teorico, il cristianesimo evangelico con particolare
attenzione per i temi dell' Incarnazione e della Resurrezione, il pensiero gnostico,
la filosofia di Plotino e quella di Agostino, individuando i punti di contatto
e quelli di scontro tra la cultura greca e il cristianesimo. E' soprattutto
Agostino a esercitare su Camus un' attrazione molto forte: in lui in una lettera
del 1953, scriverà di trovare "l' eccesso e la prudenza, la forza
e la debolezza che rendono fraterne le sue grandezze". L' interesse di
Camus per la metafisica cristiana e il neoplatonismo si inserisce nel contesto
filosofico degli anni Trenta-Quaranta ed è nutrito dalle letture e dal
percorso di formazione che lo scrittore compie fin al 1930 quando, ancora studente
di liceo, francese nato e cresciuto in Algeria, un padre ucciso all' inizio
della prima guerra mondiale, una madre analfabeta costretta a fare la donna
di servizio, conosce Jean Grenier, filosofo e saggista legato alla Nouvelle
Revue Française, che lo incoraggia agli studi filosofici e con cui instaura
un rapporto privilegiato che durerà per tutta la vita (a lui sono dedicati
Il rovescio e il diritto e L' uomo in rivolta). Nel 1930 Camus aveva avuto anche
il primo attacco di tubercolosi e anche la malattia, che a quell' epoca è
ancora una minaccia di morte, "eserciterà - scrive Roger Grenier,
amico e biografo di Camus, nella prefazione alle Opere edite da Bompiani - un
profondo influsso sulla sua filosofia. Amare appassionatamente la vita, vedersela
togliere senza motivo, ecco una manifestazione dell' assurdo". Metafisica
cristiana e neoplatonismo si configura quindi come un ulteriore tassello utile
a ricostruire il complesso itinerario intellettuale di un uomo che non voleva
essere considerato un filosofo ma che non poteva esimersi dal porsi, fin dalla
giovinezza, le più classiche tra le domande filosofiche. "Lo sfondo
metafisico che nella tesi è centrale - afferma Lorenzo Chiuchiù,
autore del commento - e che affiora anche nelle opere successive spiega sostanzialmente
perché l' assurdo di Camus non è paragonabile al nichilismo sartriano.
Anche quando cadrà gran parte della costruzione metafisica resterà
in lui un orizzonte tragico, doloroso, di senso, che gli impedirà di
consegnarsi all' idea di Sartre per cui "ubriacarsi di solitudine o condurre
i popoli in fondo è la stessa cosa". Di qui il senso delle rivolta
che affonda in domande che appartengono al discorso teologico".
Camus: "Il mio paradosso cristiano"
di Cristina Taglietti
Nella tesi di laurea dello scrittore affiora l' ispirazione che segnerà
i suoi capolavori
Anticipiamo un brano tratto dalla conclusione di "Metafisica cristiana e neoplatonismo" di Albert Camus, la tesi con cui, nel 1936, lo scrittore prese il diploma di studi superiori di filosofia. La tesi viene ora pubblicata dall' editore Diabasis Ma è infine possibile, al termine del presente studio, determinare ciò che costituisce la novità del Cristianesimo? Esistono anche delle nozioni che siano propriamente cristiane? Il problema è attuale. In verità, è un paradosso tipico dello spirito umano cogliere gli elementi senza poterne abbracciare la sintesi: paradosso epistemologico d' una scienza certa nei fatti, ma comunque insufficiente: sufficiente nelle sue teorie, ma comunque incerta, ovvero paradosso psicologico di un io percettibile nelle sue parti, ma inaccessibile nella sua profonda unità. A questo proposito la storia non ci libera dalle nostre inquietudini, e sembra un compito impossibile restituire la novità profonda del Vangelo. Vediamo bene sotto quali influenze, da quale sincretismo è nato il pensiero cristiano. Ma comprendiamo anche bene che, qualora fosse completamente scomposto in elementi estranei, lo riconosceremmo ancora originale a causa di qualche risonanza sorda che il mondo non aveva ancora inteso. E se riflettiamo sui principali temi del Cristianesimo, Incarnazione, Filosofia della storia, miseria e dolore della condizione umana, riconosciamo che ciò che qui conta è la sostituzione dell' "uomo cristiano" all' "uomo greco". Troviamo conferma di questa differenza, che a stento riusciamo a circoscrivere nelle dottrine, paragonando San Girolamo nel deserto alle prese con la tentazione e i giovani che ascoltavano Socrate . A maggior ragione se si crede a Nietzsche, se si riconosce che la Grecia dell' ombra che segnalavamo all' inizio di questo lavoro, la Grecia pessimista, sorda e tragica era il sigillo di una civiltà forte, bisogna convenire che il Cristianesimo a questo proposito rappresenta un rinascimento in rapporto al socratismo e alla sua serenità. "Gli uomini, dice Pascal, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l' ignoranza hanno deciso di non pensarci per rendersi felici". Lo sforzo del Cristianesimo è di opporsi a questa torpidezza del cuore. Si definisce così l' uomo cristiano e al tempo stesso una civiltà. Ch. Guignebert nel suo "Cristianisme antique" parla del pensiero cristiano come di una religione "di esaltati, disperati e pezzenti". La cosa è vera, ma non come vorrebbe il suo autore. Comunque sia, alla morte di Sant' Agostino, il Cristianesimo si è costituito in filosofia. È ora ben fortificato per resistere alla tormenta nella quale tutto sprofonderà. Per lunghi anni resta la sola speranza comune ed il solo baluardo concreto contro l' infelicità del mondo occidentale. Il pensiero cristiano aveva così conquistato la sua cattolicità. (Traduzione Gaia Chiuchiù).
Dalla Resistenza al premio Nobel Albert Camus nasce in Algeria nel 1913 da genitori francesi. Del ' 42 sono "Lo straniero" e "Il mito di Sisifo". Nel ' 43 è in Francia, dove partecipa alla Resistenza. Nel ' 47 pubblica "La peste" a cui seguono, tra gli altri, "Caligola", "I giusti", L' uomo in rivolta". Premio Nobel nel 1947, muore in un incidente stradale nel 1960 "Metafisica cristiana e neoplatonismo" è edito da Diabasis nella collana "Scritture" diretta da Anna Giannatiempo Quinzio (pagine 144, euro 13,50). Curato da Lorenzo Chiuchiù e tradotto da Gaia Chiuchiù, il volume viene presentato domani alla Fiera del Libro di Torino (ore 13).