"La devozione alla croce"
di Mimmo Coletti

Un giovane, affermato studioso, Lorenzo Chiuchiù, dal carnet ricco di pubblicazioni prestigiose, a confronto con "La devozione alla croce" opera religiosa introvabile in Italia, poco rappresentata di Calderón de la Barca eppure con le stimmate del capolavoro, e la lettura interpretativa di Albert Camus. Un saggio su un dramma criticato nei cupi bagliori seicenteschi sotto l'accusa di favorire la superstizione e d'assolvere in nome della fede una vita di delitti. Nel 1953 Camus mette in scena il testo "a metà tra misteri e dramma romantico" sottolineando la differenza del suo pensiero. La poderosa riflessione di Lorenzo Chiuchiù spazia dall'autorità del simbolo alla mistica, un filo teso fra tragedia dell'individualità e splendore della grazia. Da qui un libro di affinato acume (La devozione alla croce appunto), tradotto da Gaia Chiuchiù, edito da Diabasis per la collana di filosofia estetica diretta da Anna Giannatiempo Quinzio. Oggi Lorenzo Chiuchiù nella sala consiliare del Municipio di Bastia alla 16 parla su "l'influenza del cristianesimo nel linguaggio di Albert Camus" nell'ambito della rassegna Oicos.